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Domande Frequenti

Domande Frequenti

Domande Generali

Cos’è e cosa fa il Silb?

Il Silb è un’associazione nazionale che riunisce oltre il 90% delle imprese dell’intrattenimento serale e notturno, a cui fornisce consulenza e tutela legale, assistenza politico-sindacale e strumenti di orientamento e di sviluppo. Favorisce inoltre studi e ricerche sull’andamento del mercato di riferimento, in modo da poter istruire e formare imprenditori e dipendenti.

Come posso iscrivermi al Silb?

L’iscrizione al Silb avviene tramite il rilascio di un certificato associativo. Per la richiesta, totalmente gratuita, è sufficiente recarsi presso l’Ascom della propria provincia e chiedere di un nostro referente, che indicherà la documentazione da presentare. Le copie del certificato dovranno poi essere portate presso la sede Siae di riferimento e, solo dopo il relativo timbro di Siae, potrai ritenerti socio a tutti gli effetti.

Quali sono i vantaggi per un associato Silb?

Tutti gli iscritti al Silb possono godere di speciali vantaggi e opportunità, come riduzioni sui diritti d’autore, esonero dal deposito cauzionale, consulenza legale, informazioni aggiornate e tendenze di settore.

Dove posso trovare una sede del Silb? 

Il Silb è strutturato in ambito territoriale tramite gruppi provinciali all’interno del sistema FIPE-Confcommercio. In tale contesto è ormai presente in 103 province. A livello regionale è organizzata in Coordinamenti regionali Silb-Fipe all’interno delle Unioni Regionali Confcommercio. Puoi trovare un elenco delle nostre sedi con relativi contatti a questa pagina.

Domande per argomenti specifici

Inquinamento acustico

Ho ricevuto una sanzione inquinamento acustico. In quali casi posso fare ricorso e il verbale può essere annullato?

Se ricevi una sanzione per inquinamento acustico puoi valutare di procedere con un ricorso se non vengono rispettate le norme attuali. I regolamenti comunali in materia di inquinamento acustico devono essere adeguati alla legge quadro n. 447/1995, altrimenti il verbale può essere annullato in quanto fondato su un provvedimento regolamentare illegittimo. Inoltre, l’assenza di una verifica tecnica fonometrica può determinare l’annullamento del verbale per carenza di istruttoria e di prova. Ulteriori elementi di illegittimità del verbale potrebbero essere determinati dall’assenza della zonizzazione acustica comunale.

Il mio comune ha approvato il Piano di zonizzazione acustica, con una modifica della classe in cui si trova il mio locale. Come devo comportarmi?

Innanzitutto va attentamente esaminata la parte normativa del Piano con l’annesso Regolamento per valutare se vi sono elementi di illegittimità dannosi per il locale; in caso affermativo si può anche pervenire ad una impugnazione del Piano avanti al TAR entro 60 giorni dalla pubblicazione. In ogni caso, entro sei mesi dall’approvazione della zonizzazione acustica, è opportuno presentare un proprio piano di adeguamento ai sensi dell’art. 15 della legge n. 447/95, in mancanza del quale i limiti saranno immediatamente applicabili al locale.

Il comune in cui si trova il mio locale può applicare sanzioni più pesanti rispetto a quelle previste dalla legge quadro sull’inquinamento acustico?

Secondo la più recente giurisprudenza, per effetto dell’art. 274 del T.U. n. 267 del 2000, in assenza di una norma di legge che autorizzi a ciò gli enti locali, è da ritenere precluso a questi ultimi l’autonoma sanzionabilità di comportamenti contrari alle prescrizioni regolamentari emanati dagli enti medesimi. Peraltro, il quadro sanzionatorio in materia di inquinamento acustico è già previsto dagli artt. 9 e 10 della legge n. 447/1995. Risulta pertanto illegittima l’adozione di ulteriori e più gravi sanzioni pecuniarie comunali, che in caso di adozione vanno contestate ai sensi della legge n. 689/1981 nel breve termine di 30 giorni ivi previsto.

In quali casi posso oppormi all’obbligo di realizzazione di opere di contenimento acustico imposte dopo un controllo dell’ARPA per evitare il superamento del limite differenziale notturno?

Se nel comune dove si trova il locale non è stata fatta la classificazione acustica del territorio, sotto il profilo amministrativo il limite differenziale non è applicabile e l’ordinanza è pertanto illegittima. Entro 60 giorni dalla notifica si può proporre ricorso al TAR chiedendo la sospensione immediata del provvedimento, in vista del successivo annullamento definitivo. Se invece la zonizzazione acustica è presente, bisognerebbe valutare il provvedimento per individuare eventuali, ulteriori vizi di legittimità, anche relativi alle modalità di effettuazione della verifica fonometrica da parte dell’ARPA, che deve effettuare le misurazioni del rumore ambientale (ad impianto sonoro acceso) e del rumore residuo (ad impianto sonoro spento) nelle medesime condizioni tecnico-ambientali.

Diritti d'autore e tributi

Vorrei pagare il diritto d’autore in modo forfettario. Come viene calcolato? Influisce anche la capienza del locale?

L’accordo in vigore tra il SILB e la SIAE sulla determinazione forfettaria del diritto d’autore è molto chiaro in ordine alle modalità di calcolo del forfait e la capienza ufficiale del locale non rientra tra i criteri previsti, se non per i locali di nuova apertura.

Somministrazione di alimenti e bevande

Cosa rischio somministrando alcolici a chi ha già bevuto troppo?

L’art. 691 del Codice Penale punisce con l’arresto da tre mesi a un anno chiunque somministra bevande alcoliche a una persona in stato di manifesta ubriachezza. Qualora il colpevole sia esercente di un pubblico esercizio, la condanna comporta come pena accessoria la sospensione dell’esercizio.

Cosa prevede la legge italiana circa la vendita e la somministrazione di alcolici ai minorenni?

Il nostro Codice Penale all’art. 689 dispone il divieto per l’esercente di somministrare bevande alcoliche ai minori di 16 anni (non ai minorenni), sanzionando le violazioni con l’arresto fino ad un anno e con la pena accessoria della sospensione dell’esercizio da un minimo di 15 giorni ad un massimo di 2 anni. Non è previsto alcun obbligo di pubblicizzare il divieto.

Posso permettere ai miei clienti di portare alcolici da casa, limitandomi a curare i servizi di custodia delle bottiglie e di somministrazione a richiesta?

Le originali modalità proposte non trovano ostacoli nella vigente legislazione. Va però rimarcato che la circostanza che le bottiglie di alcolici custodite sono di proprietà dei clienti – con somministrazione a loro richiesta – non escludono responsabilità della gestione in materia di norme penali sugli alcolici, quali il divieto di somministrazione ai minori di anni 16 e alle persone in stato di ebbrezza. Inoltre, resterebbe intatta anche la possibilità da parte del Questore di adottare le misure previste dall’art. 100 del TULPS (sospensione o revoca della licenza) per eventuali disordini nel locale anche se provocati da clienti che hanno fatto abuso di alcol portato dall’esterno.

Problemi di gestione

Sono responsabile in caso di furto o danno subito dai miei clienti?

L’art. 1785 del codice civile prevede la responsabilità del gestore per il deterioramento, la distruzione o la sottrazione delle cose portate dai clienti in discoteca. Lo stesso articolo, però, esclude tale responsabilità quando la sottrazione, il deterioramento o la distruzione sono dovuti a negligenza del cliente o di chi l’accompagna.

Come posso gestire i rifiuti delle serate del mio locale? Posso creare un deposito nelle vicinanze?

L’art. 17 del D.P.R. n. 303/1956 dispone che nelle adiacenze dei locali di lavoro e delle loro dipendenze il datore di lavoro non può detenere depositi di immondizia o di rifiuti o di altri materiali solidi o liquidi capaci di emettere esalazioni insalubri. Quando però, per la particolare distribuzione degli spazi, come avviene solitamente per i bar delle discoteche, non sia possibile ubicare altrove detti depositi, gli stessi possono essere mantenuti nei pressi dei locali di lavoro, a condizione che vengano mantenuti coperti e che vengano lavati frequentemente, possibilmente con l’uso di sostanze detergenti in grado di eliminare i cattivi odori.

Sono titolare di una discoteca. Devo essere sempre presente nel mio locale o posso assentarmi per brevi periodi?

L’autorizzazione per l’esercizio di una discoteca ha natura personale, come previsto dall’art. 8 del TULPS. Ciò non significa però che il titolare deve sempre essere presente nel locale, ma solo che non può ripetutamente e per lunghi periodi affidarne la gestione a terzi.
Anche la giurisprudenza amministrativa ha statuito che per brevi periodi il titolare può lasciare la conduzione a dipendenti, soci o collaboratori e che pertanto l’assenza momentanea del gestore non configura alcun illecito.

Autorizzazioni e Richieste

Cosa devo fare per aprire un locale da ballo?

Se vuoi aprire un locale da ballo devi seguire questi 5 semplici passi:
1. Scelta di un locale con destinazione compatibile ai fini urbanistici
2. Richiesta al Comune di autorizzazione all’intrattenimento danzante (art. 68 TULPS)
3. Rispetto della normativa di sicurezza e prevenzione incendi (art. 80 TULPS), acquisizione del certificato di prevenzione incendi per locali con capienza superiore ai 100 posti
4. Rispetto della normativa sull’inquinamento acustico (nulla osta inquinamento acustico, autorizzazione igienico-sanitaria)
5. Acquisizione dei permessi SIAE

Sono titolare di uno stabilimento balneare. Per organizzare di tanto in tanto trattenimenti danzanti serali devo munirmi di particolari autorizzazioni?

L’organizzazione di trattenimenti danzanti è subordinata ad una serie di condizioni: la espressa previsione di tale attività nella concessione demaniale marittima, il successivo rilascio da parte del Comune della autorizzazione prevista dall’art. 68 del TULPS previa verifica di agibilità da parte della competente Commissione di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo e trattenimento. È richiesto altresì il possesso di idonea autorizzazione sanitaria e l’osservanza del DPCM n. 215 del 1999 in materia di inquinamento acustico. In caso di organizzazione abusiva del trattenimento il rischio sanzionatorio penale e amministrativo è particolarmente elevato, fino alla revoca dell’autorizzazione demaniale e alla violazione degli artt. 666 e 681 del codice penale.

Cosa posso fare se il Comune inserisce delle prescrizioni nella mia licenza (ad esempio divieto di ingresso ai minori di 16 anni o divieto di trattenimenti pomeridiani)?

Il Comune può inserire alcuni divieti in licenza come provvedimento discrezionale ai sensi dell’art. 9 del T.U.L.P.S. La prescrizione può essere impugnata con ricorso al T.A.R. entro 60 giorni dal rilascio della licenza se la prescrizione è immotivata o se non è stata determinata da esplicitate esigenze di interesse pubblico.

È necessaria l’autorizzazione del comune per consentire il parcheggio a pagamento incustodito davanti al locale, in uno spazio di mia proprietà?

La Corte di Cassazione, a più riprese, ha affermato che concedere a terzi la facoltà di lasciare in sosta autoveicoli su terreno di proprietà privata, previo compenso per l’occupazione del suolo e senza prestazione del servizio di custodia, non richiede l’autorizzazione amministrativa prevista dall’art. 86 del TULPS. È comunque opportuno avvisare la clientela sulle condizioni di sosta e di pagamento aggiungendole sul retro della ricevuta fiscale ed eventualmente in avvisi nell’area di sosta.

Sicurezza e prevenzione incendi

Per quali locali è obbligatorio il certificato di prevenzione incendi?

Il Decreto del Ministero dell’Interno 16 febbraio 1982, al punto 83, (e il successivo D.M. 19.8.1996) prevede che il certificato di prevenzione incendi vada richiesto al competente Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco per i locali di spettacolo e di trattenimento in genere con capienza superiore a 100 posti. Analogo discorso vale per il parere obbligatorio e vincolante della Commissione di Vigilanza, comunale o provinciale, di cui all’art. 80 del TULPS. Pertanto qualsiasi tipo di locale, compresi pub, birrerie, circoli privati o bar che organizzano serate e che prevedono l’afflusso di un numero elevato di persone, deve munirsi del certificato di prevenzione incendi.

Posso avvalermi della presentazione di una relazione tecnica sostitutiva del parere della Commissione di Vigilanza dichiarando una capienza inferiore a 200 persone?

La presentazione di una relazione tecnica per locali di capienza non superiore a 200 persone è idonea a sostituire il solo sopralluogo della Commissione di Vigilanza ai fini della agibilità, ma non il preventivo esame del progetto che resta di competenza della Commissione, la quale, peraltro, in ogni tempo può accedere nel locale per verificare l’osservanza delle norme di sicurezza.

Posso iniziare la mia attività anche se sono ancora in attesa del rilascio del certificato di prevenzione incendi da parte dei Vigli del Fuoco?

L’art. 3 del DPR n. 37/98 prevede espressamente che, in attesa del sopralluogo ai fini del rilascio del certificato di prevenzione incendi, il richiedente può presentare al comando dei Vigili del Fuoco una dichiarazione, corredata da una certificazione tecnica, attestante che i lavori eseguiti sono conformi al progetto approvato, che sono rispettate le prescrizioni vigenti in materia di sicurezza antincendio e recante altresì l’impegno ad osservare gli obblighi di cui all’art. 5 dello stesso D.P.R. Contestualmente, il comando rilascia all’interessato una ricevuta di avvenuta presentazione della suddetta dichiarazione, che ai fini antincendio costituisce autorizzazione provvisoria all’esercizio dell’attività. Presentando detta ricevuta e ricorrendo le altre condizioni di legge il Comune può autorizzare l’apertura del locale.

Quali modifiche del locale richiedono un preventivo esame del progetto da parte della Commissione di Vigilanza?

In linea generale, solo le modifiche che alterano le condizioni di sicurezza precedentemente verificate dalla Commissione di Vigilanza vanno fatte oggetto della procedura di esame del progetto e della richiesta di sopralluogo della Commissione.